Stand by Me è una canzone di Ben E. King, scritta da Ben E. King, Jerry Leiber e Mike Stoller per i Drifters, e pubblicata per la prima volta nel 1961 da Ben E. King.
Il Reverendo Dr. Charles Albert Tindley era un pastore metodista vissuto a cavallo del secolo scorso (nacque nel 1851 e morì nel 1933). Fu anche un attivista politico e, memore del padre che era uno schiavo, si batté tutta la vita per i diritti civili della popolazione di colore. Ma cosa c’entra il Rev. Tindley con la storia di “Stand by Me“, una delle più famose canzoni della storia della musica? Scopriamolo.
Nel 1958 King entra nella formazione dei Drifters, un gruppo doo wop (uno stile di musica vocale derivato dal rhythm and blues e dal rock and roll). All’epoca usa ancora il suo nome di battesimo, Benjamin Earl Nelson, e contribuisce non poco al successo di molte canzoni della band. Nel 1960 King presenta al gruppo l’abbozzo di una nuova canzone, “Stand by Me“, derivata molto liberamente dall’inno gospel dallo stesso titolo composto dal Rev. Tindley nel 1905 e inciso dal gruppo vocale Staple Singers nel 1955. King approfitta dell’occasione per chiedere un modesto aumento di stipendio e una parte dei diritti ricavati dalle incisioni dei Drifters, ma ottiene un no su tutta la linea: niente aumento, niente royalties e la sua canzone non interessa.
A questo punto il cantante decide di proseguire la strada da solo, lascia il gruppo e si presenta al duo di compositori e produttori Jerry Leiber e Mike Stoller, autori tanto per capirci, di tanti successi di Elvis Presley (tra questi Jailhouse Rock). Coi due produttori King registra “Spanish Harlem“, il suo primo singolo come solista, e alla fine della registrazione, visto che è rimasto del tempo, Leiber chiede al cantante se ha qualche altra canzone da fargli ascoltare. King comincia a intonare a cappella “Stand by Me“, di cui ha solo un accenno di melodia e qualche parola. Quando in studio arriva anche Stoller, il collega gli dice che stanno scrivendo una nuova canzone. “Fatemi sentire” dice Stoller, poi si siede al pianoforte e, mentre King canta, suona alcuni accordi dopodiché crea la linea di basso che diventerà uno dei tratti distintivi della canzone. King e Leiber terminano il testo, poi richiamano in studio i musicisti che nel frattempo se ne stavano andando, e registrano la canzone nella forma che tutti conosciamo e che ha incantato varie generazioni di ascoltatori.
Il singolo arriva subito al n. 1 nelle classifiche R&B americane, ed entra nella Top 10 in America e in tutta l’Europa nel 1961, per poi tornarci nel 1986 quando fu utilizzata nella colonna sonora del film “Stand by Me- Ricordo di un’estate” diretto da Bob Reiner e tratto da un racconto di Stephen King. Nel corso della sua lunga vita ha avuto innumerevoli cover, la più importante delle quali è sicuramente quella di John Lennon – apprezzata anche da King stesso – che arrivò alla ventesima posizione dei singoli più venduti nel Regno Unito. Nel 1963 fu incisa anche dal pugile Cassius Clay (prima di diventare Muhammad Ali) e inclusa nell’album “I Am The Greatest!“. In italia divenne un successo nel 1962 per Adriano Celentano col titolo “Pregherò“, scippando però la paternità a King visto che gli autori risultano Ricky Gianco e Don Backy. Come dire la regola del contrappasso…