Generale è uno dei brani più celebri (se non il più celebre) del cantautore italiano Francesco De Gregori, pubblicato ad aprile del 1978 dalla RCA Italiana e inserito nell’album De Gregori, il sesto album in studio di Francesco De Gregori.
Il 7 luglio 1995 Vasco Rossi presenta una versione inedita di Generale nello stadio San Siro a Milano, in occasione di “Rock sotto l’assedio”, il concerto di solidarietà con le popolazioni della ex Jugoslavia martoriate dalla guerra. Successivamente Vasco la ripropone più volte in altri suoi concerti. La base qui proposta è quella con arrangiamento di quest’ultimo.
Il brano è una sorta di manifesto di De Gregori contro la guerra. “Generale dietro alla collina…”. Quella collina altro non è se non il colle di Tarces, nei pressi del quale il giovane De Gregori prestò servizio militare e dove, affacciato alle finestre di una caserma che fu, diversi decenni fa, osservando proprio le crude asperità del colle di Tarces, Francesco De Gregori fissava le immagini con le quali avrebbe composto Generale.
Un luogo che reca in seno la storia e la morte di tantissimi giovani, su tutti i terroristi indipendentisti altoatesini. Piccolo balzo storico: nel 1956, il politico tirolese Sepp Kerschbaumer fondò il BAS (Befreiungsausschuss Sudtirol…molto meglio BAS), un’organizzazione terroristica che aveva il preciso scopo di portare il Trentino all’indipendenza dal resto dell’Italia. Operante fino alla fine degli anni Sessanta, il BAS fu coinvolto in numerosi attentati e vere e proprie battaglie, alcune delle quali ebbero come scenario proprio la Val Venosta e il suo colle di Tarces, in particolare quella che si svolse la notte fra il 18 e il 19 giugno 1961, quella che proprio in Generale De Gregori chiamerà “la notte crucca ed assassina”, a ricordare la lingua tedesca parlata dagli indipendentisti e il bagno di sangue che ne seguì. Ma non solo il BAS: la Val Venosta fu anche uno dei principali teatri degli scontri più duri della Prima Guerra Mondiale, e su quel maledetto colle di Tarces chissà quanti giovani, e chissà quanti spari, e chissà quanta morte.
Fonte: Bergamo Post