Quadro storico
Nella seconda metà del Settecento in alcuni stati europei si afferma l’assolutismo illuminato, una monarchia assoluta aperta alle riforme in favore del popolo.
È l’epoca in cui avvengono due importanti rivoluzioni politiche: la rivoluzione americana, con le colonie degli Stati Uniti che dichiarano la propria indipendenza dall’Inghilterra (1776), e quella francese, iniziata nel 1789, che trasforma la Francia in una repubblica e modifica il volto politico dell’intera Europa.
Con l’invenzione della macchina a vapore, nel 1769, prende il via in Inghilterra la rivoluzione industriale.
Le Idee chiave
Si afferma in Europa la cultura dell’Illuminismo, un movimento filosofico nato in Francia che promuove in tutti i campi della vita sociale i “lumi“, cioè la luce della ragione, contro false credenze, ingiustizie e privilegi. Gli illuministi credono negli ideali di uguaglianza e fraternità tra gli uomini, in un nuovo concetto di giustizia, che abolisca la tortura e la pena di morte, nella libertà di pensiero e di espressione, nella tolleranza delle opinioni diverse; nel valore di una conoscenza enciclopedica che includa tutti i saperi.
Il pensiero illuminista influenza anche le espressioni artistiche del secondo Settecento. I principi su cui si basa l’arte dell’epoca, e quindi anche la musica, sono la regolarità, l’armonia, la semplicità e l’equilibrio.
Questi criteri recuperano i valori dell’antichità classica e per questo la cultura artistica del periodo prende il nome di Classicismo.
Generi e forme
La musica vive una fase di grande sviluppo in ogni genere: il melodramma conosce una riforma, che aumenta l’importanza dell’orchestra e rende il carattere della musica coerente con il testo e le scene rappresentate; nasce la sinfonia classica, una composizione per orchestra in quattro movimenti, e si afferma il concerto solistico, una composizione in tre movimenti per orchestra e strumento solista.
La struttura musicale classica per eccellenza è la forma-sonata, che si basa su due temi ed è divisa in tre parti (esposizione, sviluppo e ripresa).
Strumenti
Il pianoforte viene perfezionato proprio in questo periodo: è uno strumento a corde percosse, che con la sua ricca sonorità affascina i compositori e sostituisce gradualmente il clavicembalo.
Nasce anche una nuova orchestra, l’orchestra classica, in cui al nucleo barocco degli archi si aggiungono fiati e percussioni. Essa diventa lo “strumento” adatto per dare piena realizzazione sonora alle composizioni sinfoniche classiche.
Compositori
I più grandi compositori sono Franz Joseph Haydn. Wolfgang Amadeus Mozart e Ludwig van Beethoven. ma altri musicisti contribuiscono allo sviluppo della musica classica; fra questi gli italiani Clementi, Cherubini, Boccherini e i tedeschi Gluck, Stamitz e Johann Christian Bach, figlio di Johann Sebastian.
Luoghi
Centro della musica sono ancora una volta l’Europa centrale (la Francia, i territori tedeschi e l’Austria) e la penisola italiana. percorsa in lungo e in largo dallo stesso Mozart. Vienna e Parigi si contendono il ruolo di capitale della musica europea.
MUSICA VOCALE
L’Opera teatrale: La riforma di Gluck
Alla necessità di ridare nobiltà all’Opera teatrale, ritornando quanto pii’ possibile alla dignità dell’antica Grecia, si ispirò il poeta italiano Ranieri de’ Calzabigi, nel quale il compositore tedesco Christoph Gluck (1714-1787) trovò l’uomo capace di scrivere libretti di opere come Orfeo ed Euridice (1762), Alceste (1767) e Paride ed Elena (1770).
Anche grazie a questi libretti, Gluck riuscì ad attuare un’importante riforma stilistica dell’Opera, che si proponeva di eliminare gli eccessi virtuosistici, le acrobazie vocali dei cantanti, le assurdità sceniche e le frivolezze coreografiche che tanto piacevano al pubblico, dando invece maggiore forza alla narrazione drammatica e riportando la musica alla sua vera funzione di assecondare la poesia nell’espressione dei sentimenti e delle situazioni. Per Gluck, infatti, la musica doveva seguire l’azione scenica fino a fondersi con essa:
- La sinfonia d’apertura (Ouverture) doveva introdurre nell’atmosfera dell’azione.
- Le vicende narrate dovevano avere un ruolo preminente nei confronti della musica.
- La musica doveva essere semplice e rimanere sempre fedele al testo da cantare.
- Si eliminò lo stacco tra recitativi ed arie.
- Si eliminarono le ornamentazioni eccessive (virtuosismi, vocalizzi, abbellimenti).
- Furono introdotti i cori ed i balli, ma sempre legati all’azione.
- I mutamenti di scena furono limitati al minimo.
- L’orchestra viene usata in modo più espressivo e indipendente dal canto.
L’Opera teatrale: lo stile “facile” di Piccinni
Queste novità e lo stile severo del compositore tedesco furono però apprezzate più dagli intellettuali che dal pubblico: a Parigi una vera e propria coalizione di spettatori contrari chiamò l’italiano Niccolò Piccinni (1728-1800) per contrapporre il suo stile, semplice e gradevole, a quello “violento” e severo di Gluck:
- per i gluckisti, la musica doveva seguire l’azione scenica in tutti i suoi momenti espressivi e non poteva prevalere sul verso cantato; musica e poesia dovevano fondersi armoniosamente fra loro;
- per i piccinnisti, la melodia vocale, cioè il verso cantato, rimaneva l’elemento più importante; esso doveva essere sostenuto da un accompagnamento strumentale semplice e discreto, che non ne soffocasse l’espressività poetica.
L’Opera buffa
Se l’Opera seria in stile italiano andava lentamente declinando, l’Opera buffa della scuola napoletana, dotata di mezzi più semplici, caratterizzata da vicende più verosimili e apprezzata da un pubblico molto ampio, riusciva ad affermarsi anche fuori d’Italia e specialmente a Vienna.
Nella seconda metà del Settecento essa ebbe un nuovo impulso grazie al contributo del commediografo veneziano Carlo Goldoni (1709-1793), che vestì anche i panni del librettista. Egli seppe, infatti, stimolare l’ispirazione dei vari musicisti trasferendo nei suoi libretti la comicità, i personaggi, le situazioni e i temi della Commedia dell’Arte. Scrisse libretti d’opera per musicisti quali il già citato Niccolò Piccinni (La Cecchina, ossia La buona figliuola), Domenico Cimarosa (1749-180]), Giovanni Paisiello (1740-1816) e per il compositore austriaco Wolfgang Amadeus Mozart, che a Vienna mise in musica “La finta semplice”, opera tratta da una sua commedia. Tra le opere buffe di Mozart il Flauto Magico ( a forma di Singspiel) è sicuramente la più famosa.
L’Opéra comique
A sé stante era poi l’Opéra comique, un genere teatrale caratteristico della Francia i cui precedenti risalgono al XVI secolo; la nascita ufficiale di questo genere si ha però nel 1715, anno in cui il compositore Alain René Lesage (1668-1747) scrisse il Telémaque. In seguito, l’Opéra comique si radicò e si consolidò nella tradizione musicale europea fino a tutto il XIX secolo, contrapponendosi alla fastosa Grand Opéra come spettacolo più leggero e di più breve durata. Gli esponenti maggiori furono i francesi Adolphe Charles Adam e Daniel François Auber.
Dopo la Rivoluzione francese, che aveva stravolto i vecchi canoni estetici affermando ideali di vita più semplici e sentimenti più naturali, l’Opera seria e l’Opéra comique si fusero, creando un tipo di teatro in cui il parlato prese il posto del recitativo e gli elementi comici si aggiunsero a quelli sentimentali.
Le caratteristiche di questa nuova Opera furono: l’assenza del ballo, il riferimento a situazioni di vita comune e l’inserimento di dialoghi parlati, come nel caso del Singspiel tedesco.
MUSICA STRUMENTALE
Il pianoforte
I compositori della seconda metà del Settecento cominciarono gradualmente ad abbandonare le sonorità poco espressive del clavicembalo per rivolgere la loro attenzione al pianoforte, che ebbe la propria consacrazione nell’Ottocento, diventando il più importante tra gli strumenti. Alla sua affermazione contribuì molto la produzione tecnico – didattica di un musicista italiano, Muzio Clementi (1752-1832).
L’orchestra sinfonica – La Scuola di Mannheim
Il periodo classico vide anche la formazione e l’evoluzione dell’orchestra sinfonica moderna che, con una chiara e decisiva divisione in famiglie (archi, legni, ottoni e percussioni), acquistò equilibrio, carattere e organicità. Sullo sviluppo della musica strumentale sinfonica, in particolare della Sinfonia, esercitò una forte influenza un gruppo di compositori alla corte del Principe Elettore di Mannheim (Impero austro-ungarico). l maggiori rappresentanti di questa scuola furono soprattutto Karl Stamitz (1745-1801), Christian Cannabich (1731-1798), Frantisek X. Richter (1709-1789) e l’italiano Carlo Giuseppe Toeschi (1731-1788).
Uno dei progressi da loro compiuti fu lo sviluppo degli effetti di Crescendo e Decrescendo, già praticati inizialmente dall’italiano Niccolò Jommelli: in questo modo era possibile mitigare i repentini contrasti tra Piano, Mezzoforte e Forte, caratteristici dello “stile a terrazze” barocco.
Il vero precursore della Sinfonia, intesa come composizione strumentale autonoma e definita, fu comunque Giovanni Battista Sammartini (1701-1755), mentre Luigi Boccherini (1743-1805) diede il suo contributo alla struttura dei quartetti.
Nonostante gli italiani fossero stati i primi a crearle, la Sinfonia e le varie applicazioni della Forma-sonata (trio, quartetto e quintetto) furono coltivate e sviluppate soprattutto nella Scuola di Mannheim e a Vienna. In quest’ultima città, i maestri che segnarono la perfezione classica della Sonata e della Sinfonia furono Franz Joseph Haydn (1732-1809) e Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), appartenenti totalmente al periodo cosiddetto “classico” o “neoclassico”.
Fu poi Ludwig van Beethoven (1770-1827) a portare l’opera di questi suoi grandi predecessori all’espressione più alta e profonda, sia nell’ambiente musicale viennese sia nel mondo intero.
Generi e forme
MUSICA VOCALE
La Sinfonia d’opera
Il pubblico dei teatri nel Settecento è molto vivace: i signori e le dame nei palchi chiacchierano. giocano a carte, mangiano; gli spettatori dei ceti più bassi che stanno in piedi nella platea, discutono, si accapigliano per questo o quel cantante, mangiano e bevono, sghignazzano o addirittura cantano. Intanto si aggirano vociando i venditori di dolci e bevande.
In questa confusione generale è necessario avvisare il pubblico che sta iniziando lo spettacolo (il sipario ancora non è stato inventato e i lampadari con le candele non si possono spegnere. I compositori iniziano allora a far precedere l’Opera da una Sinfonia introduttiva, o Sinfonia d’opera, che segnali l’inizio dello spettacolo. In origine era un brano svincolato dal contesto dell’opera; dal Settecento in poi, dopo a riforma di Gluk, invece, introduce lo spettatore alle vicende proposte all’interno del melodramma. In seguito, la Sinfonia d’opera, con il nome di Ouverture o Preludio, diventerà un brano fisso in tutte le opere liriche.
Con Gioacchino Rossini la sinfonia d’opera si afferma come brano autonomo, destinato a conquistare una fama che talvolta, come nel caso de La gazza ladra, arriva a superare quella della stessa opera. Le sue sinfonie più fortunate, oltre a quella citata, sono quelle dell’Italiana in Algeri, della Cenerentola e della Semiramide. Altrettanto famosa è la cosiddetta sinfonia del Guglielmo Tell, che tuttavia a rigore rientra tra le ouverture alla francese.
MUSICA STRUMENTALE
La forma sonata
La forma sonata si basa su una struttura bitematica (basata su due temi musicali) e tripartita (suddivisa in tre parti).
In questa forma, oltre ai criteri della ripetizione, variazione e contrasto, si introduce anche un nuovo principio: lo “sviluppo”. Analizzando lo schema costruttivo della forma sonata possiamo individuare le stesse regole usate per svolgere un tema di italiano:
Presentazione dell’argomento, approfondimento, ampliamento, sviluppo dei concetti e delle idee esposte nella presentazione e il Riepilogo conclusivo. Tradotti in termini musicali, questi tre momenti sono chiamati:
- Esposizione (vengono presentati i due temi musicali )
- Sviluppo (i temi vengono elaborati, ampliati, approfonditi)
- Ripresa (i due temi sono riproposti per poi giungere alla conclusione)
La forma sonata è stata utilizzata soprattutto nel periodo classico (seconda metà del 1700) come struttura per il primo movimento di quasi tutte le composizioni strumentali (sonata, duo, trio, quartetto, quintetto, concerto solista, sinfonia).
Il Rondò
Un’altra forma molto importante e largamente utilizzata dai compositori classici è il “Rondò”. Nato nella seconda metà del Settecento, deriva dal “rondeau”, un genere di canto utilizzato in Francia nel XIII secolo per accompagnare un tipi di ballo in tondo denominato ‘ronde‘.
Il rondò si basa su un tema principale detto “refrain” (ritornello) che viene ripetuto più volte. Al refrain vengono alternati altri temi, sempre nuovi, detti “couplets” (episodi). In genere il ritornello mantiene la tonalità iniziale, mentre gli episodi possono essere in tonalità diverse. Schema del Rondò: A B A C A D A
TEMA E VARIAZIONI
La forma del TEMA E VARIAZIONI consiste in una struttura musicale apparentemente semplice, basata sull’utilizzo di un periodo musicale, che chiameremo TEMA, proposto inizialmente nella sua forma originale e successivamente riproposto più volte attraverso variazioni che possono riguardare:
- l’aspetto melodico (aggiungere o togliere delle note al tema);
- il ritmo (cambiare la battuta: ad esempio, da quaternaria a ternaria);
- l’armonia e l’accompagnamento (modificare gli accordi a sostegno della melodia)
- il timbro (affidare la linea melodica ad altri strumenti dell’orchestra)
- la dinamica (modificare le sfumature relative all’intensità del tema: piano – forte – mezzoforte, ecc.)
Nel corso del tempo questa forma musicale ha rappresentato anche una sorta di banco di prova per i compositori, i quali attraverso le più elaborate variazioni ad un tema famoso, alla moda, cercavano di dimostrare la loro bravura.
Minuetto
Il minuetto è un’antica danza francese in tempo ternario. Fu introdotta da Giambattista Lully (musicista/ballerino) alla corte di Luigi XIV (re Sole), nel XVII secolo. Il minuetto ottenne fortuna in tutta Europa, diventando la danza più rappresentativa del 1700.
La struttura del minuetto è rigorosamente simmetrica, come imponeva lo stile musicale dell’epoca La forma è bitematica (con due temi principali) e tripartita (divisa in tre parti). La prima e terza parte erano suonate da tutta l’orchestra. La parte centrale è detta “trio” perché in origine era eseguita da tre soli strumenti (un fagotto e due oboi). Il minuetto era presente in quasi tutte le composizioni strumentali del periodo classico.
Con la fine del ‘700 il minuetto viene progressivamente abbandonato: nelle composizioni strumentali sarà sostituito dallo “scherzo”. Lo scherzo (utilizzato per la prima volta da Beethoven) ha la stessa struttura formale del minuetto, ma un ritmo decisamente più vivace.
La Sinfonia
Con Haydn, Mozart e Beethoven a metà del ‘700 cominciò a delinearsi e raggiunse una definitiva formulazione strutturale la Sinfonia moderna.
Essa consta di 4 movimenti:
- allegro in forma sonata
- un secondo movimento lento, generalmente in forma di tema con variazioni o con struttura A-B-A (Lied nel romanticismo)
- un minuetto, poi sostituito da uno scherzo;
- un movimento finale veloce in forma di rondò, raramente in forma-sonata.